Neanche il tempo di tornare ad assaporare la serie A che Zdenek Zeman potrebbe subire l’ennesimo esonero della sua carriera, più ricca d’insuccessi che d’imprese. Tutti ricordano l’allenatore boemo quando costruì il Foggia dei miracoli, squadra che fece nascere il fenomeno di Zemanlandia. A distanza di tanti anni, si può dire che quello è stato un caso. Fortunatissimo.
Il Cagliari, dopo il ko contro il Torino al Sant’Elia – proprio i granata, prima di ieri sera, erano il fanalino di coda e ancora non avevano segnato quest’anno – si ritrova a guardare tutti dal basso. L’attacco non morde più di tanto, la difesa fa i soliti errori: linea troppo alta, distrazioni e gol evitabili subiti. Insomma, i difetti di Zeman ci sono e forse sono accentuati, i pregi si nascondono chissà dove.
Di questo passo, difficilmente il presidente sardo darà fiducia illimitata al boemo. All’orizzonte c’è la trasferta proibitiva di San Siro contro l’Inter, squadra che non pare impietosirsi davanti all’avversario (vedi i sette gol rifilati al Sassuolo). Non sarà questo lo snodo cruciale del campionato di Cossu e compagni, ma la prossima partita interna sì.
Il Cagliari deve invertire la rotta, altrimenti l’esonero di Zeman diventerà realtà. E non si potrà più raccontare la favoletta che Zdenek fa bene solo in provincia. O che la sua carriera è stata resa difficile da personaggi come Luciano Moggi. No signori, qui la faccenda è una soltanto: Zeman è un allenatore mediocre. Non riesce a insegnare ai suoi giocatori i dettagli. E’ superficiale nell’affrontare una gara (ma lui la spaccia per filosofia), non marca da vicino neanche i campioni che fanno la differenza. L’ultimo posto in classifica è la conseguenza di tutto ciò.
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